#1 Introduzione – Strumenti per il digital marketing
Sommario argomenti
Introduzione al Web Marketing
Traditional vs Digital Marketing. Web marketing o digital marketing?
ROI, KPI, media, canali, messaggio, strategia
Panoramica sul Funnel, le fasi del digital marketing: react, act, convert, engage
Obiettivi e conversioni: branding, engagement, purchase, fidelity, ecc..
Non conventional, buzz, Inbound, Influencer marketing
Cosa sono: SEM, SEO, SEA, SMM
Trends 2019-20: content marketing, storytelling, instant messaging, chatbot, social commerce, instant video, ricerche vocali, ecc…
Analisi del comportamento degli utenti (Analytics e tools)
SEO: Search Engine Optimization
Panoramica: cos’è a cosa serve il SEO, come e quanto investire
Attività on-site e off-site. Page Rank. Long Tail.
-> Seo e codice
-> Content, seo copywriting
-> Keywords
-> Link building / link earning
-> SEO e CMS
Strumenti di analisi (seozoom e simili, screamingfrog, ecc..)
Monitoraggio SEO: Google Search Console
Strumenti di analisi real time (ispettore di Chrome/Firefox/Safari e altri), e strumenti per Webmaster
Google Tag Manager (snippet e codici per SEO)
Accenno a Google Analytics per il monitoraggio del comportamento degli utenti sul sito
SEA: Search Engine Advertising - PPC e Google ADS
Capire la SEA e il PPC: organico vs pay
Obiettivi e KPI da monitorare e misurarli con adwords e analytics
Soluzioni adwords e analytics per pianificare la strategia
Annunci su rete di ricerca, sulla rete display, shopping, youtube
Parole chiave – offerte, campagne, scrittura annunci, gruppi di annunci, pubblico e target, CPC e aste, CTR, impressions, estensioni, remarketing
Analisi dei risultati (view, obiettivi, conversions su Analytics e Google ADS)
L’importanza della Landing page.
Email Marketing
Come scrivere buoni annunci: epic fail e epic win
Social Media Marketing (SMM)
Panoramica Facebook e instagram
Edge rank e newsfeed.
Le inserzioni sui social, organic vs pay nel piano editoriale
Analisi e monitoraggio social (tool di social listening e monitoring come Hootsuite, Talkwalker)
Gestore delle inserzioni e accenno a Facebook business
Campagne (obiettivi), gruppi di annunci (targetizzazione), annunci. A/B Test.
Monitoraggio e insight (impressions, reach, costo per azione/click/visualizzazione ecc..)
Come creare una buona inserzione (+ epic win e epic fail) e valutare insight e ROI (ritorno dell’investimento)
Email Marketing - DEM e Newsletter
Cos’è l’email marketing
La dem e la newsletter, tool: MailChimp
Analisi
0 – GLI STRUMENTI DEL DIGITAL MARKETING CHE IMPAREREMO AD USARE
SEO:
- Ubersuggest
- Google Search Console
- Google Analytics
- Screamfrog
SEA:
- Google Advertising
SOCIAL:
- Meta Business suite
MAIL, LANDING PAGE:
- Mailchimp
1 – COS‘E’ IL DIGITAL MARKETING
Marketing tradizionale e Marketing Digitale: un territorio sconfinato! Marketing MIX
Il Marketing è un ramo dell’economia che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi dell’interazione del mercato e degli utilizzatori con l’impresa.
Il marketing comprende quindi tutte le azioni aziendali intorno al processo di pianificazione, progettazione, studio della politica dei prezzi e della promozione, fino a raggiungere un target in linea con le caratteristiche aziendali.
Il marketing (che ha decine di definizioni) viene definito come quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotti e valori. Questa è la definizione che ne dà Philip Kotler, guru del marketing statunitense. .
Il Marketing secondo l’American Marketing Association 2009 è: “il processo di organizzazione e di esecuzione del concepimento, della politica dei prezzi, delle attività promozionali e della distribuzione di idee, beni e servizi per creare scambi commerciali e soddisfare gli obiettivi degli individui e delle organizzazioni”
Il marketing, attraverso i suoi strumenti, permette all’azienda di acquisire clienti, di fidelizzarli e di aumentare il proprio fatturato e permette ai clienti di ottenere ciò che desiderano.
Il marketing quindi è strategia, è orientamento al cliente, orientamento al mercato, orientamento alla concorrenza, ottimizzazione.
Un’approfondimento sul marketing: http://www.giancarlopallavicini.it/economia/marketing
oppure: https://www.ego55.com/cose-davvero-il-marketing/
Parlando di DIGITAL Dave Chaffey, autore del libro “Digital Marketing: Strategy, Implementation and Practice” fornisce questa semplice definizione:
“il Digital Marketing permette di raggiungere gli obiettivi di marketing attraverso l’utilizzo di tecnologie e media digitali”.
Che significa che il digital è uno strumento a disposizione del marketing che permette all’azienda di gestire le proprie strategie online attraverso social, siti, app, mail e utilizzando tecniche di SEO, SEA, SMM..
Potremmo definire sommariamente il digital uno strumento del marketing.
Marketing digital vs Tradizionale?
Il marketing tradizionale è il processo di analisi, pianificazione, realizzazione e controllo delle decisioni riguardanti il prodotto, il prezzo, la promozione e la comunicazione al fine di creare scambi che consentono di conseguire gli obiettivi di individui e organizzazioni.
La società del marketing tradizionale si è basata sull’utilizzo dei mass media, televisione, radio e carta stampata / giornali e sull’utilizzo di strumenti che più difficilmente permettono di mettere al centro della strategia l’utente-cliente.
Ma cosa non è il Marketing?
– pubblicità e promozione delle vendite, questi sono strumenti di Marketing mentre la pubblicità è uno strumento di comunicazione che cerca di creare una preferenza. La promozione, invce, è un’iniziativa basata sul prezzo.
– la seo, un sito web, un volantino.. questi sono di strumenti al servizio di una strategia, di un fine, che è invece l’essenza del marketing stesso.
– Fare marketing non vuol dire soltanto vendere. La vendita è solo un momento di un processo formato da un complesso di attività, un processo di svariate attività, prima, durante e dopo la trattativa, tra le quali spiccano le indagini e lo studio di mercato utili ad analizzare e percepire le preferenze e i comportamenti comuni dei potenziali clienti. Fare marketing è il processo e la costruzione di un contesto che agevoli la vendita.
Il marketing quindi non è pubblicità (che è solo una parte di esso) ma l’insieme di attività, delle azioni e delle strategie che agiscono e insistono su molteplici aspetti di un’azienda, espressi dal cosiddetto “marketing mix” delle 4P:
Il modello delle 4 P del marketing mix è stato teorizzato da Edmund Jerome McCarthy nel libro “Basic Marketing. A Managerial Approach” nel 1960. Quasi sessant’anni fa McCarthy ha individuato le 4 leve del marketing mix che possono essere utilizzate in concerto tra loro per raggiungere gli obiettivi aziendali. Le 4 P sono importanti durante tutto il ciclo di vita del prodotto. Con un buon marketing mix, sarà più facile focalizzare ed arrivare con maggiore precisione al mercato target. Definendo la strategia delle 4P si otterranno migliori risultati di vendita, rispetto ad una strategia di marketing e comunicazione non coordinata.
- product. grazie a questa leva il marketing arriva a capire le esigenze e le richieste dei clienti per poter modellare, sulla base di queste, il prodotto o il servizio che l’azienda offre.
- price. comprendere quale sia il prezzo ideale volto a massimizzare il guadagno dalla vendita del prodotto è parte integrante delle attività di marketing. in questo caso parliamo (in termini economici) di massimizzazione del surplus del venditore, ossia il massimo valore che il venditore riesce ad incassare dalla vendita della singola unità di prodotto.
- placement. marketing significa anche scegliere quale canale di distribuzione sia migliore per l’impresa, in base ai vantaggi, economici e non, che riceve optando per un determinato mezzo: audience raggiungibile, costo per visualizzazione, targeting e molti altri sono i fattori che vanno ponderati prima di stabilire la corretta politica di placement aziendale.
- promotion. si tratta di tutte le attività promozionali svolte dall’azienda per raggiungere il potenziale cliente. tra queste la più famosa è la pubblicità (advertising).
Tradizionale: gli strumenti del marketing tradizionale si caratterizzano per determinare flussi di comunicazione unidirezionali che permettono quindi un basso grado di interazione con il consumatore.
Nuovo attraverso il digital: Il passaggio da un modello di business incentrato sull’utilizzo degli strumenti di marketing tradizionale ad un modello di digital marketing comporta anche cambiamenti sull’assetto organizzativo dell’azienda e sulle politiche pubblicitarie da implementare: il grado di interazione con gli utenti è altissimo.
Il modello delle 7P del marketing è una evoluzione delle 4 P ed è utilizzato come modello strategico che aiuta le aziende a definire e posizionare i propri prodotti o servizi sul mercato. Si basa su sette elementi chiave che, se combinati in modo efficace, possono contribuire al successo aziendale.
Le sette P sono le 4 P del modello di McCarthy più altre 3:
1. Prodotto (Product)
- Cosa offri al mercato?
- Quali sono le caratteristiche e i benefici del tuo prodotto o servizio?
- In che modo si differenzia dalla concorrenza?
2. Prezzo (Price)
- Quanto costa il tuo prodotto o servizio?
- Quali sono i tuoi costi di produzione e distribuzione?
- Che prezzo sono disposti a pagare i clienti?
- Quali strategie di prezzo utilizzerai (ad esempio, sconti, promozioni, ecc.)?
3. Promozione (Promotion)
- Come farai conoscere il tuo prodotto o servizio al tuo target di riferimento?
- Quali canali di comunicazione utilizzerai (ad esempio, pubblicità, social media, relazioni pubbliche, ecc.)?
- Qual è il tuo messaggio di marketing?
4. Distribuzione (Place)
- Dove potranno i clienti acquistare il tuo prodotto o servizio?
- Venderai direttamente ai clienti o attraverso intermediari?
- Qual è la tua strategia di distribuzione online e offline?
5. Persone (People)
- Chi sono le persone coinvolte nel processo di vendita e di servizio del tuo prodotto?
- Che competenze e abilità possiedono?
- Come fornirai loro la formazione e il supporto necessari?
6. Processo (Process)
- Come verrà erogato il tuo prodotto o servizio?
- Quali sono i passaggi che i clienti dovranno seguire?
- Come garantirai un’esperienza cliente fluida e positiva?
7. Prova tangibile (Physical Evidence)
- Quali elementi tangibili rappresentano il tuo prodotto o servizio?
- Packaging, design, brochure, sito web, negozio fisico…
- Come questi elementi contribuiscono a creare l’immagine e la percezione del tuo brand?
Il modello delle 7P offre una visione completa e olistica del marketing, aiutando le aziende a sviluppare strategie di marketing coese ed efficaci. È un modello flessibile che può essere adattato a qualsiasi tipologia di azienda, prodotto o servizio.
Rispetto al modello tradizionale delle 4P (prodotto, prezzo, promozione, distribuzione), il modello delle 7P include tre elementi aggiuntivi che assumono particolare importanza nel marketing dei servizi:
- Persone: il ruolo fondamentale del personale di vendita e del servizio clienti nel determinare la soddisfazione del cliente.
- Processo: l’importanza di ottimizzare i processi aziendali per garantire un’esperienza cliente fluida e positiva.
- Prova tangibile: l’impatto degli elementi tangibili (come packaging, design e sito web) sulla percezione del brand e sulla customer experience.
Approfondisci: https://www.ictsviluppo.it/blog/marketing-tradizionale-digitale-confronto
WEB O DIGITAL?
Esiste un solo tipo di Marketing: quello che permette al brand di attivare una connessione con le persone che si riconoscono nei suoi valori.
Immaginiamo le attività relative agli Analytics: queste, fino a pochi anni fa, consistevano nella misurazione dei risultati di performance delle campagne pubblicitarie e di altri KPI (relativi ad esempio al traffico generato sul sito a seguito di una campagna di comunicazione, o quant’altro) con esclusivo riferimento al sito web. Ma, da quando assumono più importanza le app nella navigazione online è necessario non solo misurare i risultati delle app ma anche misurare le interazioni cross-canale tra le piattaforme desktop e mobile.
Questa evoluzione nell’utilizzo dei diversi dispositivi per accedere ad internet basta, da sola, a spiegare che probabilmente la terminologia più corretta è proprio DIGITAL MARKETING.
Approfondisci qua sotto:
2 – IL PIANO DI COMUNICAZIONE E DIGITAL MARKETING, GLI OBIETTIVI
Di base gli obiettivi di marketing equivalgono al risultato che l’azienda vuole ottenere mentre gli obiettivi di comunicazione sono il mezzo tramite cui realizzarlo. In pratica la comunicazione non vende, ma crea occasioni di consumo.
Per avere successo nel digital marketing bisogna avere una strategia, un piano di comunicazione e marketing (vedi https://www.fabiozanchetta.it/una-campagna-di-comunicazione/) si deve quindi pianificare ogni mossa e analizzarne i risultati, e gli obiettivi di qualsiasi digital marketing plan possono essere diversi, considerando che l’obiettivo del marketing è migliorare il business dell’azienda.
Ma per ottenere cosa? Ecco alcuni obiettivi di marketing:
Lanciare sul mercato un prodotto/marchio e posizionarlo (branding, posizionamento)
Ampliare o coinvolgere una platea (engagement)
Generare interesse e consapevolezza intorno ad un marchio/prodotto/servizio/concetto (awareness)
Generare contatti potenzialmente interessati al nostro prodotto/marchio
Vendere un prodotto/servizio
Ottimizzare del ciclo di vendita (rate più alto fra “preventivo” o “messa nel carrello” e vendita conclusa)
Aumento della costumer life value (un utente acquista un nostro bene tramite campagna ma poi magari torna perché è rimasto soddisfatto senza esborsi in comunicazione da parte nostra)
Deliziare il cliente. Trasformarlo in un ambasciatore.
Intercettare nuovi mercati, nuovi flussi di utenti
Per ogni obiettivo di marketing sarà doveroso progettare un piano ad hoc che individui gli strumenti, i canali, il target, i kpi da analizzare..
Il piano marketing strategico è un strumento organizzativo che coinvolge tutte le attività di marketing atte a instaurare e mantenere i rapporti tra l’azienda ed il mercato e, dunque, tra le fasi di pre-vendita e le fasi di vendita e post-vendita del prodotto o servizio.
Gli obiettivi di marketing sono quegli obiettivi aziendali a lungo o medio termine, in inglese descritti dalla parola “goal”, che solitamente sono legati a risultati commerciali o economici. Questo genere di obiettivi sono gerarchicamente superiori a quelli di comunicazione, perché contribuiscono a determinarli.
Gli obiettivi di comunicazione sono obiettivi più a breve termine che la comunicazione deve raggiungere per soddisfare il raggiungimento degli obiettivi di marketing.
Solitamente gli obiettivi di comunicazione non esistono senza quelli di marketing o, meglio, sono strettamente legati ad essi. Non avrebbe molto senso porre degli obiettivi di comunicazione, quindi a breve termine, senza avere un piano o una visione di lungo periodo.
Alla base del raggiungimento di uno o più obiettivi c’è una strategia.
Una strategia non è altro che un insieme di passi da svolgere per raggiungere un obiettivo attraverso azioni e tattiche mirate!
Un esempio di modello di piano: il SOSTAC
SOSTAC è un acronimo che sta per Situation, Objectives, Strategy, Tactics, Action, Control, e rappresenta un modello strategico ampiamente utilizzato per la pianificazione e la gestione di campagne di comunicazione e marketing, sia online che offline.
È stato sviluppato da PR Smith nel 1990 e si basa su sei fasi fondamentali:
1. Analisi della situazione (Situation):
In questa fase iniziale, è fondamentale comprendere a fondo la situazione attuale in cui si trova l’azienda o il brand.
Ciò include l’analisi del mercato di riferimento, del posizionamento competitivo, del pubblico target, dei punti di forza e di debolezza, delle minacce e delle opportunità.
Si possono utilizzare diverse tecniche di analisi, come ricerche di mercato, analisi SWOT, analisi dei competitor, ecc.
2. Definizione degli obiettivi (Objectives):
Una volta compresa la situazione attuale, è necessario definire gli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere con la campagna di comunicazione.
Gli obiettivi devono essere SMART, ovvero Specifici, Misurabili, Raggiungibili, Rilevanti e Temporizzabili.
Ad esempio, un obiettivo potrebbe essere quello di aumentare la brand awareness del 10% entro 6 mesi.
3. Sviluppo della strategia (Strategy):
In questa fase si definisce la strategia complessiva per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Ciò include la scelta dei canali di comunicazione più adatti, del messaggio da veicolare e del target di riferimento.
È importante che la strategia sia coerente con l’analisi della situazione e con gli obiettivi definiti.
4. Definizione delle tattiche (Tactics):
Le tattiche rappresentano le azioni concrete che verranno messe in atto per implementare la strategia.
In questa fase si definiscono i messaggi specifici da comunicare, i creativi da utilizzare, i piani editoriali per i diversi canali, ecc.
È importante che le tattiche siano realistiche e realizzabili con le risorse a disposizione.
5. Azione e implementazione (Action):
In questa fase si passa all’azione, ovvero alla messa in atto delle tattiche definite.
È importante monitorare costantemente l’andamento della campagna e apportare le necessarie correzioni in corso d’opera.
6. Controllo e valutazione (Control):
L’ultima fase del modello SOSTAC è dedicata al controllo e alla valutazione dei risultati ottenuti.
Si confrontano i risultati raggiunti con gli obiettivi prefissati e si analizzano i punti di forza e di debolezza della campagna.
I dati raccolti servono per migliorare le future campagne di comunicazione.
Il modello SOSTAC è uno strumento versatile che può essere utilizzato per pianificare e gestire qualsiasi tipo di campagna di comunicazione, indipendentemente dal settore, dal budget e dagli obiettivi.
È un approccio strutturato e sistematico che aiuta a massimizzare l’efficacia delle campagne e a ottenere i risultati desiderati.
Creare un modello piano marketing è quindi un’attività fondamentale al fine di articolare il proprio lavoro in poco tempo e senza problemi.
Le figure professionali che realizzano il piano di marketing aziendale sono, nel caso di attività offline, il marketing manager e il suo staff. Nel caso di progetti online, il digital marketing manager insieme al SEO e SEM specialist e al Social Media Manager.
Il lavoro di questi team traduce gli obiettivi e le aspettative dell’azienda in Key Performance Indicator (KPI), l’indice di controllo dell’andamento delle prestazioni aziendali.
Implementazione marketing plan
1 obiettivi strategici, kpi da analizzare
2 analisi dello scenario, concorrenza, swot
3 target, user personas
4 pianificazione strategia, canali
5 copy strategy, messaggio, creatività
6 pianificazione risorse, timing e budget
7 analisi risultati
È la fase in cui si ottengono le risorse, si organizza l’ufficio marketing e si definiscono le tempistiche di attuazione del progetto. Questa fase è di competenza sia delle risorse di marketing strategico sia delle risorse di marketing operativo, ovvero lo staff che si occupa dell’ultimo step del processo di marketing.
Ci sono sostanziali differenze tra la preparazione di un piano marketing di attività offline e online.
Approfondisci:
Compendio generale: https://www.segnalezero.com/piano-di-comunicazione/
3 – PIANIFICARE: IL FUNNEL | MISURARE: KPI, ROI
Alla base della fase strategica di digital marketing c’è un “funnel”, un imbuto che possiamo definire come un processo che tende a veicolare un’audience verso un percorso per trasformare un utente sconosciuto in un cliente fedele, pronto ad acquistare e a diventare un ambassador del tuo brand. Il funnel segue questa direzione ed ogni strategia di web marketing (che persegue uno degli obiettivi elencati sotto le immagini) dovrebbe essere caratterizzata dall’analisi del proprio funnel
- Attirare (da utente del web a utente del tuo sito)
- Convertire (da utente del tuo sito a prospect)
- Chiudere (da prospect / lead a sales)
- Deliziare (da sales ad customer advocates)
Il funnel del marketing
L’imbuto è alla base di ogni strategia..
Partiamo dall’assunto nel funnel entra molto ed esce poco. Se in un processo di vendita è assolutamente fisiologico che converta una parte minore di coloro che entrano nell’imbuto di vendita d’altra parte sarà compito del marketer fare in modo che il più possibile di coloro che entrano nel sales funnel ne escano da clienti.
Per creare un funnel c’è da tenere in considerazione il fatto che il visitatore deve essere in primo luogo attratto e quindi suscitare in lui un interesse che lo porti al desiderio di acquisto finale. Questo ciclo si ripete continuamente.
Diventa fondamentale analizzare la concorrenza e individuare quali bisogni sono insoddisfatti. Quali informazioni non vengono date, ma gli utenti cercano? È importante dare valore affinché se ne generi a sua volta.
È molto più probabile che gli utenti abbandonino la landing page di acquisto di un bene o di un servizio quando questi ultimi non vengono guidati nella loro user experience, fornendo loro informazioni chiare e passaggi immediati, seguendoli nel corrente ed incoraggiandoli nel successivo.
Approfondisci il Marketing Funnel
C’è chi fa il servizio completo (es. https://www.clickfunnels.com/)
Esempio con il Surf Camp.
Obiettivo: utente acquista il pacchetto vacanze e invia il codice ad un amico per fargli acquistare un pacchetto vacanze scontato.
1 inserzione di campagna creativa su instagram e FB -> estraneo, (engaged)
2 click su landing, no acquisto ma lead (esempio: scarica manuale del surfer gratuito per 10 giorni) -> (lead)
3 email marketing, “hai 10 giorni per acquistare biglietto surf camp -30% sul totale se ci invii 5 mail (prospect)
4 click su landing, acquisto (costumer)
5 invio 5 mail (ambassador)
6 mail con sconto che troverai al camp (delight)
Pianificazione: ritorno dell’investimento (ROI) e misurazione degli indicatori di performance (KPI)
Obiettivi e indicatori parametrici.
Gli indicatori chiave di prestazione, o KPI sono le fondamenta di una strategia di comunicazione, rappresentano una parte fondamentale delle informazioni necessarie per determinare e spiegare come un’azienda progredisce verso i propri obiettivi di comunicazione, di business e marketing.
Cosa sono i KPI?
Un KPI è una misura quantificabile che aiuta l’azienda nel determinare in che percentuale gli obiettivi strategici prefissati vengono raggiunti.
Importantissima è la differenza che esiste tra KPI e metriche del marketing: un KPI è una metrica di marketing, ma non tutte le metriche di marketing sono KPI.
Tali indicatori di prestazione non devono necessariamente essere di natura finanziaria, ma senza di essi e senza i suggerimenti che essi forniscono, è molto difficile sfruttare al massimo le potenzialità delle attività di marketing e del piano di comunicazione.
Esempi:
KPI Vendita
- Numero di nuovi contratti firmati per periodo
- Valore economico relativo ai nuovi contratti firmati per periodo
- Numero di lead qualificati generati dal funnel di vendita
- Ore di risorse dedicate alla vendita
- Tempo medio per la conversione (da lead a cliente)
- Vendite nette
KPI Finanziari
- Crescita delle entrate
- Margine di profitto netto
- Margine di profitto lordo
- Cash Flow operativo
- Crediti correnti
- Fatturato
- Margine operativo lordo (MOL)
KPI Cliente
- Numero di clienti mantenuti (rinnovi)
- Percentuale della quota di mercato acquisita
- NET Promoter Score (Punteggio netto del promotore)
- Tempo medio di risoluzione delle richieste di supporto
KPI Operativi
- Tempo di evasione ordini
- Time to Market
- Valutazione della soddisfazione dei dipendenti
- Tasso di abbandono dei dipendenti
KPI Comunicazione
- Traffico mensile del sito Web
- Numero di lead qualificati
- Tasso di conversione per CTA (call to action)
- Posizionamento (parole chiave nei primi 10 risultati dei motori di ricerca)
- Articoli del blog pubblicati questo mese
- E-Book / Infoprodotti pubblicati questo mese
- Like/follower pagina
- Interazioni (like, condivisioni, commenti) su contenuto
- Nuovi lead
- Telefonate
Approfondisci: https://www.headvisor.it/kpi-key-performance-indicator
Cos’è il ROI
L’acronimo ROI, invece, è formato da Return On investment, il ritorno sull’investimento.
Quindi, questo sarà il guadagno proveniente da un determinato investimento, meno il costo dell’investimento stesso.
Per questo si potrà usare questo indicatore per valutare le prestazioni e l’efficacia di una somma che sia stata spesa per la pubblicità.
Anche per il calcolo di questo indice esiste una formula, che è quella indicata di seguito:
ROI Formula = Reddito Operativo / Capitale Investito Netto Operativo.
Da un punto di vista di una campagna pubblicitaria il ROI va calcolato nel modo seguente:
ROI = (Ricavi della campagna – Spesa pubblicitaria) / Spesa pubblicitaria * 100
Cos’è il ROAS
Come prima cosa sarà necessario vedere quale sia il significato di questi due acronimi,
La parola ROAS Return On Advertising Spend e si riferisce alla metrica con la quale si calcola la resa di una campagna ADV realizzata online.
In particolare, con questo indice si potranno valutare le campagne realizzate tramite Google Ads e Facebook Ads, ma più in generale questi due operatori possono essere adattati per qualsiasi operazione di Advertising.
Quindi, per indicare in modo ancora più comprensibile che cosa sia il ROAS, si può dire che l’indicatore ci dirà quanto ci faranno guadagnare le campagne già avviate rispetto ad ogni euro che sia stato speso per le stesse.
Esiste anche una formula per effettuare questo calcolo, che è quella indicata di seguito:
ROAS Formula = ricavi da campagne ADV / costo campagna
ROI e ROAS le differenze
Dopo aver visto il significato relativo ai due acronimi, ora sarà essenziale capire quali siano le reali differenze tra questi indici.
Il ROAS è il guadagno apportato da una campagna pubblicitaria con l’eliminazione del costo che sarà stato pagato per la campagna stessa.
Il ROI, invece, ha sicuramente una sfera di interesse più ampia, in quanto prende in considerazione anche altre spese.
4 – LA SEM (SEARCH ENGINE MARKETING)
SEM è l’insieme delle attività di digital Marketing, che sono svolte al fine di indirizzare all’interno del proprio sito web il maggior numero possibile di utenti interessati ai contenuti offerti, per raggiungere gli obiettivi di marketing definiti nel proprio piano (vendita, lead generation, branding, ecc..)
Il search engine marketing (SEM) è una delle principali branchie del Web Marketing. Secondo la sua accezione originaria il SEM si compone di tre discipline fondamentali:
- la SEO, o search engine optimization;
- la SEA, search engine advertising (PPC-Google ADS).
- la SMO, social media optimization
Molti confondono la SEM con la SEA ma è errato.
5 – IL SEO (Search Engine Optimization)
Il SEO è l’insieme delle strategie e pratiche volte ad aumentare la visibilità di un sito internet migliorandone la posizione nei motori di ricerca, nella ricerca cosiddetta “organica”, cioè non a pagamento. SEO è ottimizzazione per i motori di ricerca.
Queste pratiche sono molteplici e riguardano diversi aspetti di un sito web: l’ottimizzazione della struttura del sito, del codice HTML, la produzione dei contenuti e la strutturazione corretta dei contenuti, la gestione dei link in entrata ed in uscita (che dal tuo sito puntano verso altri), la velocità e la sicurezza del sito, ecc..
Poiché Google è il motore di ricerca di gran lunga più utilizzato al mondo, la maggior parte delle attività SEO riguardano lo studio dell’algoritmo di Google e della sua SERP (search engine result page) e dei suoi periodici aggiornamenti, e le relative azioni per rendere i siti più graditi a tale algoritmo.
6 – LA SEA (Search Engine Advertising) – PPC – GOOGLE ADS
Talvolta si parla di soluzioni di marketing in Search Engine Advertising, altre ancora di Keyword Advertising o di campagne PPC. Ma in concreto di cosa si tratta? Di annunci sponsorizzati sui motori di ricerca.
Le campagne PPC sono l’espressione più comune del Search Engine Advertising, un sottoinsieme del Search Engine Marketing, il quale comprende sia SEA sia SEO. L’acronimo SEA è però poco usato e si è diffusa l’abitudine di identificare questa disciplina con il SEM in contrapposizione al SEO.
SEO e SEA sono fortemente basati sulle parole chiave per indirizzare gli utenti verso siti e pagine Web. Sebbene le tecniche di marketing utilizzate siano diverse, entrambe perseguono lo scopo di generare flussi di traffico qualificato, ossia utile alle iniziative di marketing intraprese e, in ultimo, alla vendita. Utilizzare una combinazione strategica di entrambi può aumentare l’efficacia di una search strategy a lungo termine.
La chiave di successo delle campagne di Search Engine Advertising sta infatti nella selezione delle keywords: è necessario individuare le parole chiave inserite dagli utenti nel motore di ricerca e fare in modo che, quando l’utente attiva la ricerca, il motore mostri l0annuncio più pertinente a quanto ricercato dall’utente.
Il metodo di pagamento è definito Pay per Click (PPC), ovvero si paga solo quando un utente clicca sull’annuncio. In questo modo, le campagne PPC garantiscono ingressi altamente qualificati con un’alta propensione alla conversione, senza comportare inutili dispersioni di denaro per gli inserzionisti.
Come si imposta una campagna PPC su Google? Semplice, creando un account su Google ADS!
La sea, approfondisci:
Per il SEO contano il Google Rank, il codice, i contenuti e le parole giuste (e una buona struttura dei contenuti), il link building-earning, gli utenti..
Per la SEA contano le keyword, la pertinenza degli annunci, il budget, la concorrenza…
7 – SMO (Social Media Optimization) e SMM (Social Media Marketing)
SMO – Social Media Optimization
SEO e SMO non competono, né si escludono a vicenda all’interno di una strategia di marketing, ma al contrario concorrono per un fine comune: ottimizzare la visibilità di un sito web. Grazie ad una buona attività di SMO è possibile:
- Generare traffico sul sito
- Migliorare la tua reputazione sul web
- Differenziare la tua presenza sui diversi canali
- Generare e rafforzare le interazioni con i tuoi utenti.
Si sta lavorando davvero bene sulla propria identità aziendale, sulla web reputation e sulla visibilità del brand, solo quando SEO e SMO collaborano in modo coerente all’interno di una stessa strategia di web marketing.
L’obiettivo ultimo della SMO è molto simile a quello della SEO (l’ottimizzazione per i motori di ricerca), ovvero generare traffico e reputazione per il proprio sito web.
Sulla pagina delle ricerche di Google, da tempo, appaiono anche i risultati legati alla presenza social delle aziende. Questo, unito alle ricerche personalizzate basate sulla posizione geografica dell’utente che le effettua, ha significativamente aumentato l’importanza della presenza dei social media nell’ottimizzazione per i motori di ricerca.
SMM – Social Media Marketing
Il social media marketing o SMM (conosciuto anche come social network marketing e social web marketing) è una forma di internet marketing che sfrutta la capacità di social media e applicazioni web (app) di generare interazione (engagement) e condivisione (social sharing) al fine di aumentare la visibilità e notorietà di una marca o brand. Esso include attività come la promozione/vendita di particolari beni e servizi, o di se stessi (Personal Branding), la generazione di nuovi contatti commerciali (lead) e l’incremento del traffico verso il sito web di un brand.
Un’importante precisazione:
La SEM (seo e sea) intercetta un bisogno di un utente attivo che sta facendo una ricerca. Il motore di ricerca tenta di fornire all’utente il contenuto o il servizio che sta realmente cercando.
Il SMM mostra un contenuto pubblicitario ad un utente che non si è attivato per ricercarlo ma che potrebbe essere “potenzialmente” interessato. L’utente, attraverso la sua attività sui social, fornisce dei dati che vengono utilizzati per targetizzarlo (e geolocalizzarlo) e renderlo quindi sensibile un certo tipo di contenuti. Ma resta passivo.
Come fare SMM? Strategie, strumenti, obiettivi
8 – CONTENT MARKETING
Gli utenti cercano storie reali e contenuti utili, non annunci invasivi. Per questo è importante creare buone strategie di content marketing.
Il Content Marketing è una forma di marketing che prevede la creazione e la condivisione di contenuti finalizzati all’acquisizione e al mantenimento di clienti. I contenuti possono essere di diverse forme: articoli, infografiche, video, guide, seminari, webinar. Lo scopo del content marketing non è direttamente vendere ma informare il cliente per generare con esso una relazione stabile fruttuosa e duratura. Si relaziona all’inbound marketing, cioè a quelle strategie il cui obiettivo è creare un legame di fedeltà con l’utente attraverso la produzione di contenuti “realmente” utili all’utente.
I dati sull’esplosione del Content Marketing invece ce li fornisce Mashable con un’infografica che definisce gli obiettivi per il quale si attua una strategia di content marketing, con percentuali abbastanza omogenee, sono:
- brand awareness (69%)
- acquisizione di nuovi clienti (68%)
- lead generation (67%)
- customer retention o aumento della loyalty (62%).
Ma ricordiamoci che dal lead agli obiettivi monetari il passo è relativamente breve. Il fine ultimo di una strategia di content marketing è far crescere il business di un’azienda; la misurazione delle metriche di vendita risponde all’esigenza di generare vendite e aumentare il volume di affari attraverso i contenuti.
Una volta definiti il piano marketing (vedi paragrafo precedente) e l’audience, si giunge al punto nevralgico: la storia, intesa nel senso più ampio del termine. È l’idea su cui si sviluppa l’intero piano di content marketing.
L’elemento storytelling è indispensabile per costruire un legame di coinvolgimento con l’audience di riferimento e identificare la giusta chiave di lettura per elaborare un racconto capace di esprimere le sfide, le passioni, l’identità di un’azienda. Solo con una storia convincente e coinvolgente è possibile ottenere un piano di contenuti efficace.
Il punto debole per molti marketer non è la produzione, dunque, ma la distribuzione dei contenuti. Senza una valida strategia sul corretto utilizzo dei contenuti si pregiudica ogni possibilità di controllo e gestione, anche del ROI.
10 Esempi efficaci di content marketing
9 – EMAIL MARKETING
L’email marketing è una forma di marketing diretto (DEM) che integra le strategie e le tattiche per creare e distribuire comunicazioni via email con l’obiettivo di implementare le relazioni tra brand e audience o inviare informazioni e aggiornamenti di natura promozionale.
Come? Attraverso sistemi di invio di mail e newsletter (es. Mailchimp).
Parlando di email marketing occorre in primo luogo fare la distinzione fra i possibili utilizzi che un’azienda può fare dello strumento email: se da un lato troviamo l’utilizzo della mail aziendale per comunicazioni con i clienti o per le comunicazioni di tipo professionale, dall’altro possiamo trovare le DEM e newsletter. Nel primo caso, con l’acronimo di direct email marketing identifichiamo tutte quelle email inviate da un’azienda a fini pubblicitari. Con il termine newsletter si identificano invece tutti quei messaggi di posta elettronica inviati agli iscritti al servizio un sito web.
Approfondimento: tecniche, strategie, strumenti, KPI
Lead Nurturing: sono attività di web marketing funzionali ad instaurare una relazione con il lead (contatto del potenziale cliente) tramite diversi canali web che mirano ad una conversione (cliente). La fase di Lead Management è quella di gestione dei contatti al cui interno si passa all’acquisizione del contatto (Lead Generation) tramite diversi tipi di offerta e infine alla cura della relazione col contatto con comunicazioni One-To-One: la Lead Nurturing.
Lead generation e lead nurturing: https://www.magnews.it/lead-nurturing-cose-strategie/
12 – INBOUND MARKETING
Al contrario dei vecchi metodi di outbound marketing come acquistare annunci, comprare mailing list, e pregare per i contatti, l’Inbound Marketing si concentra sulla creazione di contenuti di qualità che attirano le persone verso la tua azienda e prodotto, dove essi spontaneamente vogliono essere. Allineando i contenuti che pubblichi con gli interessi del cliente, è naturale attirare traffico in entrata che è possibile convertire, chiudere e deliziare nel tempo.
Un esempio?
Stai leggendo un contenuto sul web marketing in un blog specializzato. Nel mezzo del contenuto c’è un link con un’immagine ad un PDF di approfondimento (serio, non pubblicitario) al tema (redatto dallo stesso autore del post che stai leggendo). Per scaricarlo è necessario fornire la propria mail (o loggarsi tramite Facebook o Google). Il visitatore è diventato un Lead. Il contenuto in PDF è interessante e a fondo pagina (del sito ma anche del pdf) c’è la possibilità di iscriversi e/o rimanere informati sui corsi / master in tema. Il contatto può diventare un cliente. Si iscrive al corso, il corso è ben fatto e a fine studio rilascia un certificato e nel tempo organizza eventi per gli ex corsisti. Il cliente può diventare un promoter e sponsorizzare l’evento!
13 – INFLUENCER MARKETING
L’Influencer Marketing è una forma di Marketing basata sull’ influenza che alcuni soggetti esercitano sul potere d’acquisto di altri. Negli anni 90 erano i Testimonial, oggi invece oggi invece sono persone come te e me che hanno acquisito notorietà sul web.
Per dare un’idea dell’entità del fenomeno cito una ricerca di Launchmetricsda cui si evince che il 65% dei brand moda ha attivato una campagna di Influencer Marketing (dato 2017) e che il 74% degli intervistati ha risposto che l’Influencer Marketing ha aiutato i brand ad incrementare le vendite.
Secondo uno studio di Linqia, il prossimo anno i budget che verranno accordati al Digital Marketing saranno in gran parte dedicati all’Influencer Marketing e, già nel 2018, il 39% degli inserzionisti ha deciso di aumentare il proprio budget destinandolo a questa attività.
Piattaforme che collegano i brand agli influencer: https://www.mdirector.com/it/marketing-digitale/5-piattaforme-che-collegano-i-brand-agli-influencers.html?origin=web-lang-pop-up (+ l’italiana https://buzzoole.com/)
Sull’influencer marketing:
https://www.studiosamo.it/web-marketing/campagne-di-influencer-marketing/
Come trovare i giusti influencer per le proprie campagne? Ci sono diversi tool che si occupano di questo obiettivo, in Italia c’è Buzzole.
In una campagna di marketing alle attività comunicative delle imprese su owned e paid media va aggiunta la collaborazione con gli influencer per ottenere attenzione, coinvolgimento e vendite.
Ma la loro azione funziona solo se sono competenti, liberi nel proprio giudizio e agiscono in modo trasparente. Altrimenti si bruciano la credibilità che permette loro di influenzare le proprie community.
Buzzoole come funziona? In questo scenario in cui le “markette” sono bandite, l’unica sicurezza per le imprese è di vendere prodotti e servizi utili ed eccellenti e farsi aiutare a divulgare il verbo.
Buzzoole (http://www.buzzoole.com) ha creato una piattaforma che unisce oltre 200.000 influencer di qualsiasi ambito verticale, con livelli di competenza e di reach più o meno elevati, e li mette a disposizione delle imprese attraverso diversi servizi.v
14 – NON CONVENTIONAL (BUZZ, INSTANT-REALTIME, GUERRILLA..) MARKETING
Comparso le prime volte nel 2004, il termine marketing non convenzionale indica un diverso approccio al marketing basato non solo su un uso ben preciso dei social network e sull’impiego di innovative soluzioni hardware e software, ma fondato anche e soprattutto sul così detto “effetto sorpresa” volto a generare un completo coinvolgimento del pubblico ed il passaparola. Creatività, trasgressione, innovazione e voglia di stupire sono dunque gli ingredienti principali del marketing non convenzionale che gioca sul fattore emotivo per scatenare una reazione, spesso senza nemmeno la necessità di grandi investimenti.
Non-conventional-guerrilla:
Buzz Marketing: strategie di marketing mirate al passaparola
La strategie è buzz (la ragazza dirà a tutti che ci sono tante cocacole che scendono dalla vending machine), il video è viral 🙂
Ambient (guerrilla) Marketing: azioni di marketing nell’ambiente
Instant Marketing
Viral Marketing: strategie di marketing pensate per essere distribuite dagli stessi utenti che le considerano interessanti
https://www.youtube.com/watch?v=PUKMUZ4tlJg
Performance (Guerrilla) Marketing: azioni di marketing estemporanee che possono coinvolgere le persone inconsapevolmente
https://www.youtube.com/watch?v=KwzTNO4qpTI
Copywriting : cambiare le parole (strategia che utilizza un mezzo, in questo caso le parole su un foglio) per far crescere il “business”
16 – DIGITAL MARKETING TRENDS 2020-2023
Negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi fenomeni importanti in termini di digital marketing: dalla crescita smisurata dei social media all’utilizzo sempre più frequente del mobile (google mobile first index su tutti) in tutti i contesti a livello globale.
L’omnichannel marketing è la base di tutto il digital marketing attuale
Per omnichannel marketing si intende la gestione coordinata e correlata di numerosi canali di comunicazione online e offline contemporaneamente. Oggi chi pensa di potere svolgere tutte le azioni di marketing impiegando un solo canale – per esempio i social media, le email o la SEO – è destinato a ottenere pochissimi risultati.
A causa della crescita costante del numero di messaggi che le aziende rivolgono ai propri pubblici, oggi un utente di internet è molto più resistente alle proposte di marketing. Per questa ragione è indispensabile moltiplicare i touchpoint (punti di contatto in cui un utente online riceve informazioni sull’azienda o sui prodotti), raggiungendo il potenziale cliente ovunque sia possibile.
Ma, quali saranno in generale i trend da monitorare ancora nel 2012-20? Guardiamo i più importanti insieme.
Eccone alcuni:
Automazione del marketing
Nel corso degli anni, le principali pubblicazioni di marketing come HubSpot, eMarketeer e SalesForce hanno affermato che le aziende che implementano l’uso dell’automazione per coltivare potenziali clienti sperimentano un aumento significativo di lead qualificati.
L’invio di una sequenza di e-mail è una forma di automazione che ti consente di seguire un lead in modo coerente, inviando risorse per aggiungere valore, educare o vendere i tuoi prodotti e servizi. Oltre alle newsletter via e-mail, i bot di messaggistica (noti anche come chatbot) sono diventati sempre più popolari poiché hanno aiutato le aziende a ridurre i costi operativi, l’assistenza clienti e i costi di manodopera.
Entrare nella tendenza dei bot di messaggistica ti darà sicuramente un enorme vantaggio come imprenditore. La possibilità di personalizzare i messaggi e inviare sequenze di follow-up basate su ritardi e trigger intelligenti lo trasformano in un funnel di vendita che aumenta le conversioni.
Ora che sei a conoscenza delle ultime tendenze del marketing digitale che saranno vantaggiose per la tua attività nel 2022, è tempo di implementarle per ottenere una copertura massiccia e livelli più elevati di interattività. Le tendenze sono appena iniziate: è fondamentale rimanere all’avanguardia nel gioco del marketing.
Gli influencer continuano a crescere (anche per il B2B).
L’influencer marketing raggiungerà i 13,8 miliardi di dollari nel 2021 e continuerà a crescere. Le campagne di influencer forniscono intrinsecamente contesto e rilevanza poiché l’influencer sta approvando il prodotto. Anche i marchi B2B continuano ad abbracciare gli influencer: Adobe, SAP, GE e PWC hanno tutti sfruttato questa tendenza.
micro-moments
I micromomenti sono quegli istanti nell’arco della giornata in cui si manifesta una necessità, un bisogno o una curiosità (con cui può anche iniziare o terminare il processo d’acquisto di un bene o servizio) che vengono soddisfatti tramite una consultazione online. La conquista di tali micro momenti è diventata, secondo Google, il nuovo terreno di sfida dei marketer (digitali e non).
voice search:
Ci stiamo muovendo verso un cambio di paradigma: non si può ignorare il fatto che nel prossimo anno (e per i prossimi a seguire) sarà sempre più importante studiare delle risorse per chi cerca attraverso query vocali. E non digitate. Quindi più articolate, non vincolate dalla scomodità della tastiera su smartphone. Ma cosa vuol dire questo per chi fa SEO?
https://medium.com/webranking/voice-search-seo-il-punto-sugli-studi-fino-a-qui-fa6e7c863c6f
chatbot e intelligenza artificiale sempre più avanzata
Sistemi di AI che interagiscono con gli utenti per migliorare la loro esperienza sulla piattaforma (ad esempio per chiedere informazioni tecniche). Nel futuro saranno sempre più efficaci: https://www.studiosamo.it/social-media-marketing/creare-un-bot-per-facebook-messenger/
siti super veloci, tecnologia AMP
Google (per il miglior SEO possibile) cerca di portare i webmaster verso la velocizzazione delle pagine. Ogni giorno gli strumenti messi a disposizione sono più raffinati e attenti nel segnalare operazioni da mettere in campo per rendere il portale rapido e snello.
Il Pagespeed Insight di Google (Lighthouse) per dare indicazioni dettagliate sul cosa fare per rendere le pagine web veloci. La tecnologia AMP (accelerated mobile pages) appare con una soluzione accettabile.
AMP? https://www.strogoff.it/pagine-amp-vantaggi-la-seo/
Shoppable post
Social post che permettono l’acquisto diretto. Ad esempio si Instagram, nei post del proprio profilo Instagram, si possono aggiungere dei tag (sotto forma di una piccola icona che indica il prezzo) sul prodotto di riferimento. Una volta cliccato su questo tag, l’utente può vedere in modo dettagliato il prodotto e le sue specifiche con un link per acquistarlo. Basta infatti fare clic al link per andare direttamente nel sito dell’azienda e procedere con l’acquisto.
La posizione ZERO su Google
Non conta più essere al primo posto nella SERP: la posizione che vale è solo la ZERO. Un risultato zero è un risultato di ricerca in cui Google fornisce automaticamente la risposta alla tua query di ricerca sotto forma di snippet. La posizione zero è il solo risultato che alcuni utenti visualizzeranno e cliccheranno. Come tale, è molto ambita e dovrebbe essere al centro dei tuoi sforzi SEO.
Perciò cura la tua pagina Google My Business, usa i dati strutturati di schema.org, fatti lasciare recensioni e ottimizza SEO il tuo sito per farlo apparire con i rich snippet.
Trends del 2022: https://www.entrepreneur.com/article/413835
Trends del 2021: https://www.business2community.com/digital-marketing/8-digital-marketing-trends-for-2020-are-you-ready-02272775
esperti di web marketing rispondono: https://it.semrush.com/blog/trend-web-marketing-2019-previsioni-esperti/
https://www.studiosamo.it/web-marketing/digital-marketing-trend/
Social – web best case
Alcuni Best Case
Seguire i migliori Blog di digital marketing sul web
Digital marketing in generale
Questo è un blog multi-autore focalizzato sulla formazione di aziende e professionisti sui temi del digital marketing e del digital business. Una vera istituzione del Digital in Italia, che eroga corsi di formazione di alta qualità per tutti i livelli di competenza.
e poi.. www.communicationvillage.com/blogs/
https://www.searchadvertising.it/
Sul SEO?
Il blog di SEMrush, ha nella SEO la sua vocazione più grande, anche se al suo interno è possibile trovare articolo degli argomenti più vari.
e poi.. https://www.roberto-serra.com/
Content Marketing
MySocialWeb rappresenta la più vasta e importante raccolta di consigli e informazioni sul mondo del Content Marketing e della scrittura online.
Content marketing e copywriting
Quando si parla di contenuti, Pennamontata è una vera istituzione.
Branding
Skande Il blog di Riccardo Scandellari non ha bisogno certo di presentazioni, perché è uno dei più letti e apprezzati del panorama del Digital Marketing, soprattutto per quel che concerne, appunto, il Personal Branding.
Facebook Marketing
Il blog personale di Veronica Gentili è il più ricco di articoli che ti permetteranno di scoprire tutto quello che c’è da sapere su Facebook Ads, Pixel e Custom Audiences, facendoti acquisire delle competenze ampie e variegate che ti permetteranno di gestire al meglio le tue campagne.
Growth Haking
Il blog di Raffaele Gaito è completo e sempre aggiornato e tratta di argomenti che ogni imprenditore digitale dovrebbe conoscere.
Instagram Marketing
Social Influencer e di Instagram? Alessandro Pozzetti è uno dei massimi esperti italiani in questo ambito grazie al suo blog Apclick.